Barcis: rimarranno aperte fino al 16 settembre le mostre fotografiche “Figure” di Danilo De Marco e Friuli/Friûl 1955 Il “Gruppo Friulano per una Nuova Fotografia”

 Nell’estate di Barcis, caratterizzata da un  nutrito programma di iniziative, ampio spazio ha avuto la fotografia con due mostre organizzate da Pro Barcis e Comune che visto il successo di pubblico ottenuto sono state prorogate e faranno compagnia agli ospiti e ai turisti fino al 16 settembre (aperte tutti i giorni: 10,30- 12,30 / 15,00-18,00) offrendo un’ulteriore opportunità per visitarle. 

Mostra fotografica Friuli/Friûl 1955 

La mostra – curata come il catalogo dal professor Gianfranco Ellero – organizzata in collaborazione con il CRAF è allestita nella Scuola d’Ambiente e propone immagini degli anni Cinquanta realizzate dal Gruppo Friulano per una Nuova Fotografia. Anche in Friuli, dopo il 1945, soffiò il vento del rinnovamento, non solo nella pittura, ma anche nella fotografia grazie ad alcuni giovani di Spilimbergo che avviarono il processo di rinnovamento in fotografia, ed è grazie a loro che oggi possiamo vedere i nostri contadini, giunti ormai alla loro ultima stagione, in immagini-verità, ben diverse da quelle “in posa” prodotte dai fotografi della precedente generazione.

Mostra fotografica “Figure” di Danilo De Marco

Allestita nel Centro di Aggregazione Giovanile, la mostra del fotografo friulano Danilo De Marco, organizzata in collaborazione con la Fondazione Zanolin – Dametto, propone due sezioni: persone del Friuli e maternità. Fra le prime, una particolare attenzione è stata dedicata ai poeti, da Novella Cantarutti a Federico Tavan, da Ida Vallerugo a Pierluigi Cappello, da Elio Bartolini a Leo Zannier e Amedeo Giacomini. Ma anche scrittori, come Mauro Corona e altri, trovano posto in mostra accanto a persone non conosciute ma che l’arte di De Marco ci consegna in un riuscito tentativo di introspezione e interpretazione.

La maternità vista da De Marco nasce invece dai suoi molti viaggi in alcune delle zone più tormentate e conflittuali del pianeta, dove ha ritratto una serie di donne coi loro piccoli, quasi una estrema testimonianza di umanità e speranza nel futuro, di tenerezza anche in quelle condizioni estreme.

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